Dal “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica” di Alexander Langer.
Punto Primo.
“La convivenza pluri-etnica, pluri-culturale, pluri-religiosa, pluri-lingue, pluri-nazionale, … appartiene dunque, e sempre più apparterrà, alla normalità, non all’eccezione. Ciò non vuol dire, però, che sia facile o scontata, anzi.
La diversità, l’ignoto, l’estraneo complica la vita, può far paura, può diventare oggetto di diffidenza e di odio, può suscitare competizione sino all’estremo del “mors tua, vita mea”. La stessa esperienza di chi da una valle si sposta in un’altra valle della stessa regione, e deve quindi adattarsi e richiede a sua volta rispetto e adattamento, lo dimostra. Le migrazionisempre più massicce e la mobilità che la vita moderna comporta rendono inevitabilmente più alto il tasso di intreccio inter-etnico ed inter-culturale, in tutte le parti del mondo.
Per la prima volta nella storia si può – forse – scegliere consapevolmente di affrontare e risolvere in modo pacifico spostamenti così numerosi di persone, comunità, popoli, anche se alla loro origine sta di solito la violenza (miseria, sfruttamento, degrado ambientale, guerra, persecuzioni, …).”
Qui la versione integrale sul sito della Fondazione Alexander Langer Stftung Onlus.